sabato 30 dicembre 2006

interruttore forza motrice

venerdì 29 dicembre 2006





da nebula, di stellefilanti

giovedì 28 dicembre 2006

Facciamo che questo blog è chiuso finché qualcuno non mi spiega dove si trova la Vecchia Zelanda.

TeTraPaQ

mercoledì 27 dicembre 2006


RICERCATO
Gatto di Schroedinger
VIVO e MORTO
Ultimo avvistamento:
prima di chiudere la scatola


lunedì 25 dicembre 2006

Niña morena y ágil, el sol que hace las frutas,
el que cuaja los trigos, el que tuerce las algas,
hizo tu cuerpo alegre, tus luminosos ojos
y tu boca que tiene la sonrisa del agua.

Pablo Neruda

venerdì 22 dicembre 2006

Ormai non ho nemmeno più la forza di incazzarmi o di controbattere. Alzo le spalle e dico ma certo. Vuoi una bici con le ruote quadrate? Una lampada con la lampadina che fa ombra? La divina commedia ricopiata a mano entro mezzora? Come no. Eccotela servita.

viridian

giovedì 21 dicembre 2006

Muore Piergiorgio Welby. Sembra che Dio sia meno bigotto dei suoi fedeli.

postato da .G

[ segnalato da Squonk ]

martedì 19 dicembre 2006

Se non ho mai mandato sms di auguri scritti in modo che siano adattabili a tutti i numeri in rubrica, è perché detesto ricevere sms di auguri scritti in modo che siano adattabili a tutti i numeri in rubrica.

Broono

lunedì 18 dicembre 2006

Uno scrittore esordiente allo stand Voland:
-Scusi io vorrei pubblicare il mio libro, vi interessa?
-Guardi, noi pubblichiamo soprattutto autori stranieri...
-Allora va bene, io sono di Ostia.

Un altro scrittore esordiente allo stand Voland:
-Salve, pubblicate manoscritti inediti?
-Guardi, noi pubblichiamo soprattutto testi stranieri...
-Perfetto, io il libro l'ho scritto in Argentina.
-Sì, ma il libro è scritto in italiano. E lei è italiano.
-Che problema è? glielo traduco in spagnolo.

postato da: redazionevoland

sabato 16 dicembre 2006

I tre desideri

Una volta, tanto tempo fa, in una grande foresta, viveva un boscaiolo. Egli abitava in una capanna di tronchi, lavorava ogni giorno ad abbattere gli alberi e guadagnava abbastanza da mantenere sé e la moglie. Una mattina andò come al solito al lavoro. Aveva deciso di abbattere una grande quercia, e faceva già il conto tutto contento di quante tavole e di quanta legna ne avrebbe ricavato. Prese la sua scure, si gettò sulle spalle il sacco con un pezzo di pane e una borraccia d'acqua e si avviò.
Giunto alla quercia, gettò il sacco a terra, si levò la giacca e sollevò la scure come se avesse voluto abbattere la quercia con un colpo solo. Ma al colpo non cadde affatto. Dalla quercia uscì una vocina sottile e subito dopo, una meravigliosa fata apparve al boscaiolo, che rimase a bocca aperta e si lasciò sfuggire la scure dalle mani. La fata lo pregò: "Buon uomo, risparmia questo albero, e io saprò ricompensarti." Il boscaiolo impietosito e confuso, rispose: "Farò come tu desideri, bella fata." Raccolse la scure, si gettò la giacca e il sacco sulle spalle e fece per andarsene. Ma la bella fata lo trattenne: "Ti ringrazio, buon uomo. Voglio premiare il tuo buon cuore; esprimi tre desideri e quel che desideri accadrà." Detto questo scomparve.
Il boscaiolo si incamminò verso casa. Strada facendo gli venne un appetito straordinario e, ancora prima di varcare la soglia gridò alla moglie: "Moglie, dammi subito il pranzo perché ho una fame da lupi." "Il pranzo? Caro mio, dovrai pazientare almeno un'oretta, non ti aspettavo tanto presto. E cosa vorresti per pranzo?" "Budino di riso. Ma ne voglio una pentola grande come questa tavola."
Aveva appena finito di parlare che comparve sulla tavola una pentola piena di budino fumante. Il boscaiolo e sua moglie spalancarono gli occhi; solo allora l'uomo si ricordò della fata del bosco e si batté un colpo sulla fronte. "Ah che stupido che sono!" E raccontò alla moglie quello che gli era successo. "Sei proprio uno stupido, il re degli stupidi!" lo sgridò la moglie. "Vorrei che questa pentola ti si attaccasse al naso." Non aveva ancora finito di parlare che la pentola si attaccò al naso del boscaiolo, costringendolo a piegare la testa fino a terra. Il boscaiolo e sua moglie spalancarono gli occhi più di prima e cominciarono a tirare la pentola per farla venire via, ma non c'era verso di staccarla. "Adesso come si fa?" si domandarono l'un l'altro, lasciando cadere le braccia per la stanchezza. Che fare? Ormai non restava che pronunciare il terzo desiderio: "Che la pentola si stacchi dal naso!"
Non avevano ancora finito di dirlo che la pentola ricadde sulla tavola con un gran fracasso. Il boscaiolo e sua moglie si sedettero a tavola e mangiarono il budino di riso. Era proprio squisito: in tutta la loro vita non avevano mai mangiato roba tanto buona... per forza, lo aveva cucinato la fata.

da il paese dei bambini che sorridono

venerdì 15 dicembre 2006

Filosofi blogger

Socrate è disponibile solo in podcast!

glider nei commenti di certepiccolemanie

giovedì 14 dicembre 2006

"si lo que dices no mejora el silencio, no lo digas" proverbio arabe.

se ciò che dici non migliora il silenzio, non dirlo (proverbio arabo)


"que te duela tanto como un amor no correspondido" maldicion arabe

che ti faccia male quanto un amore non corrisposto (maledizione araba)

Jossette

mercoledì 13 dicembre 2006

"Guai a fare leggi su casi personali". Pierferdinando Casini lo ha detto riferendosi al caso Welby. Non mi colpisce tanto che io trovi giusta l'eutanasia e lui no, ma la singolare omonimia col Pierferdinando Casini che ha votato assieme al suo partito: Cirielli, Cirami, Gasparri, depenalizzazione del falso in bilancio, legge sulle rogatorie, Lodo Schifani, condono edilizio nelle zone protette (comprensa l'area di villa "La Certosa" in Sardegna), inappellabilità delle sole sentenze di proscioglimento. Più altro che non mi ricordo. Ma Pierfy è più smemorato di me, sulle leggi ad personam.

postato da: dituttounblog

martedì 12 dicembre 2006

Quanti anni aveva nel 1969?
Io avevo 17 anni, mio fratello 10 e mia mamma, che è mancata nell’ottobre del 2004, aveva solo 38 anni.

Come ha trascorso quel 12 dicembre, fino allo scoppio della bomba?
Per noi, nel lodigiano, il 12 è la vigilia di Santa Lucia. Mio fratello, avendo solo 10 anni, era a Crespiatica, dalla nonna materna; io e mia mamma stavamo comperando gli ultimi giocattoli per lui e le cose per la festa. Ci hanno raggiunti in piazza della Vittoria, in centro a Lodi, dove si tiene una Fiera di Santa Lucia (ancora oggi): mio zio, il fratello di mia mamma, era un commerciante conosciuto a Lodi, quindi i vigili, non trovando nessuno a casa nostra, hanno contattato lui che è partito immediatamente per Milano con mio fratello. A me e mia mamma, invece, questo vigile di Lodi ha raccontato che c’era stato un grosso incidente a Milano, però era talmente scosso che ho capito subito che era successo qualcosa di veramente grave e non era, purtroppo, un semplice incidente. Ho cominciato subito a telefonare a tutti gli ospedali, tra cui il Fatebenefratelli, dove erano state portate la maggior parte delle vittime, tra cui mio padre. Mi hanno detto che dovevo recarmi lì di persona perché non potevano dare nessun tipo di informazione per telefono.
Dei cugini ci hanno accompagnate a Milano. Siamo andate al Fatebenefratelli e il clima che si respirava ... Quando sono entrata ho incontrato un amico di papà che si capiva voleva mentire, a me e a mio fratello che eravamo giovani, dicendoci che mio padre l’avremmo trovato ferito. Ci hanno fatto anche una puntura di calmante non richiesto ... Poi siamo andati all’obitorio per sapere se potevamo vedere subito mio padre ... La versione dello scoppio della caldaia l’ho saputa a posteriori: a me sembra sempre di aver saputo che fosse una bomba.

Piazza Fontana nelle parole di chi c'era

lunedì 11 dicembre 2006

#42                     15:27, 11 dicembre, 2006

flo', è che oscillo ancora tra la fase orale e quella anale.

:D

lisa
                     utente anonimo

domenica 10 dicembre 2006

Convinta di rimuovere il residuo di rimmel sotto gli occhi, mi sono accorta che il batuffolo restava bianco. Quel nero lì, erano le mie occhiaie.

posted by Gnamina

sabato 9 dicembre 2006

Effettivamente ieri ho scritto una cagata.

Regina

venerdì 8 dicembre 2006

giovedì 7 dicembre 2006

Non ti fanno male le gambe, non hai le braccia stanche, semplicemente non le senti più.
qualcosa digita sulla tastiera. Espressione di stupore atroce. Cos’è.
sono le tue dita.
Quello che senti in realtà, che percepisci nettamente come tua parte del corpo, è la faccia.
la faccia è fondamentalmente di neoprene.
la senti gommosa, le guance ti cadono per la forza di gravità, non ti guardi allo specchio per saggezza ma sai di essere jack nicholson.

posted by arkangel

mercoledì 6 dicembre 2006

Un lavoro in corso immerso in una strada assume la forma del recipiente, occupando la maggior superficie possibile.

da Teoremi sul traffico
imbustato da Chettimar

martedì 5 dicembre 2006

Art. Lebedev Studio is a privately held company founded in 1995. With a staff of over 170, it is the largest design company in today’s Russia. We do industrial design, graphic design, web design, and interface engineering.

Our job is to find the most comfortable, beautiful, and simplest solution to a problem and make sure the meaning doesn’t get lost.

As a matter of principle, we don’t work with private individuals, political entities, religious organizations, and jerk-offs as well as those whose beliefs conflict with ours.

The studio’s headquarters are in Moscow, another office is in Kiev.

* * *

We live the way we like. We work the way we believe is right. We don’t give a shit for all corporate values combined. All award plaques end up hanging in our lavatory. We abhor the buzzwords “creative solution” and “optimization of business processes”. For our clients we rarely write proposals more than one page in length.

All of our work is guided by one and only principle that’s two words long.

This does not prevent us from being the biggest design studio in Russia, boasting the largest portfolio, and having no fear that we’ll get overtaken by someone in the next ten to twenty years.

Few people know that we know the best about design. Few people appreciate our careful attention to the Russian language. Those who take pleasure in the fact that there’s no stupid animation on our websites and no author’s name repeatedly printed in the running title in our books usually don’t pay us money.

We won’t necessarily come to terms with someone who wants to work with us. But we will absolutely live the way we like. And work the way we believe is right.

It’s hard to give a definite answer to the question of why people entrust us with solving their problems. Probably because sometimes we find common ground.

da qui
Ho sognato una distesa di cemento, candida, smisurata: la pista di atterraggio di un aeroporto, forse, ma camminavo senza vederne il termine, e non scorgevo nulla all'orizzonte. Era disseminata di oggetti, dei miei oggetti, di tutti gli oggetti posseduti in una vita; disposti a terra a pochi centimetri l'uno dall'altro, mi costringevano a camminare a zig zag, a guardarli senza chinarmi mai a sfiorarli o prenderli. Il museo della mia vita, fatto di cose che pochi saprebbero riconoscere, e che io stessa – me ne sono accorta svegliandomi – avevo dimenticato.

da I had a dream (palline e Pinochet), di Babsi Jones

lunedì 4 dicembre 2006

Mio padre esprime l'amore con il contatto fisico. A suon di mazzate.

colica di Juditta

domenica 3 dicembre 2006

Pap-test in Turchia

Io dico: megghiu accussì.
Già, pecchè poteva andare male, malissimo, a schifìo.
E invece vincìu il senso di rresponsabilità e la vogghia santa di mettere le cose apposto.
Ci vogghiu dire ai signori slamici che il nostro Santopatre poteva fare benaltre cose.
E per altre cose intendo peresempio che per dispetto poteva trasire nella mosqea e farisi sattare in aria come un camicazze quassiasi. E farvi pigghiare il cacazzo a tutti voialtri. Ma non lo fece.
Poteva pigghiare il volante del suo aereo papamobile e sdirottarlo addosso a quacche palazzo gemello turco.
Oppure poteva secuestrare il Patriarqa, tagghiarici la barba come a un talebbano quassiasi e poi farlo nescere in strada che non lo riconosce più nessuno.

Ma tutto questo non lo fece. Se ne stese buono buono. Pecchè queste cose fussero state veramente lo scontro di inciviltà. E invece nente.
Responzabilità e senzo della misura.
Pecciò ci vogghiu fare i complimenti a Benedetto.
Bravo.
Che per tutti sei sedicesimo, ma pi mia tu sei unico.

postato da: bernardop

sabato 2 dicembre 2006

Niente da fare. Noi ci proviamo proprio gusto a farci governare da gente che se sente il cane abbaiare insistentemente perché stanno entrando i ladri in casa, decide saggiamente di sparare al cane.

mixato da Achille

(tramite gg)

venerdì 1 dicembre 2006

Due posizioni a confronto

1. La posizione ufficiale:

* il virus HIV è la causa dell’AIDS, che è quindi una patologia infettiva.
* un test individua la presenza degli anticorpi e quindi del virus.
* il virus può avere un periodo di latenza fino a decine di anni.
* i sieropositivi (positivi-al-test) si ammaleranno e moriranno
* i farmaci antiretrovirali (AZT in testa) combattono la diffusione del virus e allungano la vita.
* alcuni sieropositivi non hanno sintomi perchè il virus è latente
* anche i sieropositivi asintomatici devono prendere i farmaci quanto prima.

2. La posizione dei dissidenti:

* il virus HIV non è stato mai isolato, probabilmente neanche esiste, l’AIDS non è causato da un virus e non è quindi una patologia infettiva.
* l’AIDS è causato da un complesso di fattori (droghe pesanti, superesposizione ad agenti patogeni, farmaci) fortementi presenti in certi stili di vita, che alla lunga distruggono il sistema immunitario.
* i test HIV non sono specifici e non è chiaro che cosa individuino.
* la risposta positiva al test non è indice di niente e non giustifica alcuna terapia.
* i farmaci antiretrovirali sono inutili in quanto non c’è nessun virus da combattere, e soprattutto letali perchè possono portare alla morte in pochi mesi distruggendo in particolare il sistema immunitario.
* i malati di AIDS devono sospendere l’esposizione ai fattori patogeni, curarsi per le patologie specifiche di cui soffrono, seguire nel contempo terapie di sostegno per consentire al loro sistema immunitario il recupero.
* i farmaci antiretrovirali hanno trasformato in malati di AIDS individui altrimenti sani che hanno avuto la sfortuna di risultare positivi-al-test.

In altre parole i dissidenti accusano l’establishment sanitario di adottare terapie che:

* non curano i malati "veri" di AIDS ma anzi ne affrettano o ne causano la morte.
* portano alla malattia e/o alla morte per AIDS malati "inventati", soggetti sani risultati positivi-al-test.

Il paradigma dell’ortodossia è: HIV = AIDS = MORTE

Il paradigma della dissidenza è: TEST Positivo = CURA = MALATTIA e/o MORTE

Ora questo fenomeno ha interessato ad oggi circa duemilioniottocentomila persone in tutto il mondo (fonte: WER - Weekly Epidemiological Record – OMS - bollettino n. 49 del 7 Dicembre 2001 – Totale malati registrati in tutto il mondo dall’inizio ad oggi: 2.784.317); se è vero quanto sopra allora stiamo forse parlando di uno dei più atroci crimine contro l’umanità dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi. Ma non contro l’umanità in genere: quasi esclusivamente contro omosessuali, tossicodipendenti e neri. Un virus altamente selettivo, come nessun altro prima, tanto da potervi vedere uno strumento di pulizia etnica al servizio dell’uomo bianco e puritano.

da: ILVIRUSINVENTATO

(tramite Vanz)