domenica 23 ottobre 2016

la poesia è uno strumento che ci permette di conoscere qualcosa di nuovo rispetto a noi, un altro punto di vista su noi stessi. E, per conseguenza, un aggiustamento del nostro sguardo sul mondo

Brunella Saccone, citando Matteo Pelliti

(il post di Brunella menzionava l'artista Tiziana Cera Rosco)

venerdì 21 ottobre 2016

Protocollo 930

La donna entra nel banco dei pegni,
“desidera?”, dice l’uomo al bancone,
“ho lasciato qui un orologio, molti anni fa”,
l’uomo si accomoda gli occhiali sul naso,
“è lei la proprietaria di quest’orologio?”
“sono io”,
“mio padre mi ha raccontato che una ragazza giovane venne a portarglielo lo stesso giorno nel quale sono nato io, e non si è mai fermato”,
sollevandolo, l’uomo si accorge che le lancette hanno smesso di muoversi tre minuti prima,
poi guarda la donna,
“posso fare una telefonata a mia moglie?”, chiede l’uomo,
“non è più possibile, ora dobbiamo andare.”

Hotel Messico (Gianni Solla)

giovedì 20 ottobre 2016

Scriveva Franco Gialdinelli un paio d'anni fa:

somiglia anche un po' a una lezione di musica, su una cosa molto particolare chiamata "Scala Pentatonica", la quale, come dice il nome stesso, ha cinque note invece delle sette della scala a tutti noi familiare, che invece si chiama diatonica, Do-Re-Mi-Fa-Sol-La-Si, insomma.
La scala pentatonica è una scala antica, si pensa che sia nata ancor prima del concetto stesso di scala, ed era allora priva di quelle due note "difficili" che nella diatonica hanno fra sé e la nota che le segue o precede un intervallo di mezzo tono, invece che intero, il Fa e il Si parlando della scala di Do che abbiamo per semplicità preso in esame. Quindi: Do-Re-Mi-Sol-La. Qualcuno si azzarda a dire che è una scala "naturale", perché chiunque è in grado non solo d'intonarla senza difficoltà, ma anche di utilizzarla per canticchiare sopra una linea di accompagnamento qualsiasi, sicuro di non sbagliare mai. Noi musicisti la utilizziamo a piene mani per improvvisare, ogni tanto buttandoci distrattamente dentro una noterella in più, una miserabile terza minore, che però ha una potenza devastante, perché si chiama "Blue Note", e definisce la celeberrima scala blues.
Qui un genio come Bobby Mc Ferrin dimostra tutta la naturale potenza della pentatonica, facendola cantare al pubblico senza nemmeno suggerirne tutte le note:

martedì 18 ottobre 2016

il tempo vola. lowcost.

tabula rosa