giovedì 14 maggio 2015

Mio nonno doveva chiedere l'autorizzazione per esportare i suoi prodotti nelle colonie, cosa che gli avrebbe consentito di ampliare l'attività e dare lavoro ad altre persone: l'autorizzazione gli fu negata. Motivazione ufficiale: nessuna. Ma mio nonno il vero motivo lo sapeva: non era iscritto al PNF.
Perché dittatura vuol dire anche queste piccole cose, che non rimangono nei libri di storia: persone misere dotate di un'autorità immeritata, che si sono conquistata solo grazie al fanatismo e al servilismo, e che esercitano questa autorità in maniera arbitraria e vessatoria, perché la Legge ed il Diritto semplicemente non esistono più.

Lester

domenica 3 maggio 2015

Amore in differita

Io e Anita abbiamo un fuso orario di tre minuti, quindi è un casino sincronizzarci, Anita è tre minuti avanti di me in tutto quello che fa, o forse sono io che sono indietro di tre minuti a lei. Se ad esempio la bacio io, il mio bacio non le arriva mai , è una cosa strana, parliamo assieme con discorsi apparentemente senza senso, come i discorsi di Ghezzi su blob, e a vedermi sembra che parlo da solo, a volte però ci intercettiamo, soprattutto quando stiamo abbracciati immobili per più di tre minuti e l’aria diventa una sottile pelle abbracciante. Se sto guardando la tv e allo stesso tempo sento una sua carezza sul collo, capisco che è arrivata da tre minuti, ma lei nel frattempo sta già facendo altre cose, è sempre una sorpresa,quando stiamo vicini siamo destinati a stare a tre minuti di lontananza, una breve latenza che non ci farà mai incontrare nei modi consueti, siamo come apparizioni. Per stare sul leggero, per evitare di fare l’amore mentre stiamo facendo altre cose, Anita lo scrive su un biglietto, allora mi faccio trovare già preparato, e anche se non la vedo , quando vengo mi appare, lo facciamo davvero ne sono sicuro, ci lasciamo biglietti in continuazione, anche se a conti fatti non mi è mai apparsa tutta intera, possiamo solo leggere quello che ci siamo scritti e crederci sulla fiducia e sui segni che ci lasciamo sulla pelle.

Andrea Gruccia