sabato 20 gennaio 2018

Il primo incarico professionale di Kessels sembrava una missione impossibile: la promozione del peggior albergo di Amsterdam, l’Hotel Brinker. “Il posto più terrificante che avessi mai visto. Il proprietario non aveva alcuna intenzione di migliorarlo, semplicemente si era stufato di lamentele”.

Bene, se noi vuoi nascondere i tuoi disastri, allora vantatene. “La sincerità era l’unico lusso che quell’albergo potesse permettersi”, così la campagna cominciò con slogan come “Offerta speciale, un letto in ogni camera!”, "Nessun supplemento per lo sciacquone”, “Non potreste dormire peggio, ma noi faremo uno sforzo”, “Colazione scarsa? Mangia la tovaglietta”, "Da anni i migliori nell'ignorare le vostre lamentele", i gadget da bagno (saponetta, phon, shampoo) erano sagome da ritagliare da un foglio di carta. Una squadra di addetti perlustrò Amsterdam piantando su ogni cacca di cane una bandierina che diceva “questa la trovate anche davanti al nostro portone”. Ci crediate o no, le prenotazioni triplicarono e i clienti cominciarono a lamentarsi perché, dopo tutto, l’albergo non era poi così fetente come si attendevano.

da Fotocrazia, di Michele Smargiassi
(segnalato da Mariela Victoria De Marchi Moyano)

mercoledì 3 gennaio 2018

Complicare è facile, semplificare è difficile. Per complicare basta aggiungere, tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose. Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare.

Per semplificare bisogna togliere, e per togliere bisogna sapere che cosa togliere, come fa lo scultore quando a colpi di scalpello toglie dal masso di pietra tutto quel materiale che c’è in più. Teoricamente ogni masso di pietra può avere al suo interno una scultura bellissima, come si fa a sapere dove ci si deve fermare nel togliere, senza rovinare la scultura?

Togliere invece che aggiungere vuol dire riconoscere l’essenza delle cose e comunicarle nella loro essenzialità.

Bruno Munari (tramite Mastrangelina)