lunedì 31 marzo 2003

(grazie a Melba)

giovedì 27 marzo 2003

Chiede Pietro:
Dove sei Dio?

Risponde Bea:
L'ho visto aggirarsi come un cane bastonato in fondo alla centoventimiliardesima stella abbandonata dell'ultima galassia alla fine all'universo.
Parlava tra sé e sé scotendo violentemente il capo.
M'è sembrato come impazzito.
Ho potuto capire poco di quel che diceva.
Mi pare: me vergogno, diceva, me vergogno d'avè creato l'uomo.
Mi sono allontanata con passo felpato per non farlo vergognare ancora di più.
Poveraccio, m'ha fatto pena.

lunedì 24 marzo 2003

Make porn not war

dal Drawingblog di Helghi


sabato 22 marzo 2003

(di Alessandro Robecchi)

Istruzioni per l'uso: per portare la democrazia in Iraq servono un po' di esplosivo, una spoletta e un aeroplano. Più grande è la bomba, più in fretta arriva la democrazia. Guardate Baghdad per l’ultima volta, perché poi non la vedrete più. E quanto agli irakeni, beh, lo facciamo per il loro bene! Al massimo, diventeranno democratici da morti, abbiamo armi di democratizzazione di massa.
Ricordatevi questo nome: Moab. E’ la bomba più grande del mondo, quando casca, fa un buco come tre campi di calcio. Ce n’è un’altra più romantica: si chiama Blu-82, taglia-margherite, nitrato di ammonio e polvere di alluminio. Scoppia e risucchia l’aria. Occhio: la democrazia è altamente infiammabile.
Un tocco di classico, le vecchie care Cbu-72, un bell’aerosol di ossido di etilene e poi una fiammata. Le altre sono cluster bombs, lasciano sul terreno tante bombette gialle. Gialle, come i sacchetti degli aiuti umanitari, così i per i bambini iracheni è sempre Hallowen: dolcetto o scherzetto?
Ecco, dovrebbe bastare. E se non basta ci sono le mini-nukes, piccole atomiche tascabili. Non fate quella faccia, è per la democrazia! Però bisogna portarla in aereo. E’ facile, si decolla e si sgancia, poi si torna alla base. Per esempio in Kuwait, o in Arabia Saudita. Lì la democrazia ce la portiamo un’altra volta, ok?

[copiato da qui]

mercoledì 19 marzo 2003

oggi silvio avrebbe detto:" Non si può chiedere al governo di mettere in discussione l'alleanza atlantica". E mentre i deputati della sinistra gridano "pace, pace", Berlusconi li attacca direttamente: "Nel '99 avete fatto guerra senza l'autorizzazione Onu e noi dimostrammo la nostra responsabilità. Se oggi aveste fatto altrettanto avreste fatto un servizio al Paese". E ancora: "Anche questa volta è accaduto che sia mancato al centrosinistra quel senso della realtà e delle esigenze della diplomazia necessarie in tempo di crisi". "Capisco - ha aggiunto il premier - che fa parte della politica che adotta l'opposizione che accusa il governo di avventurismo se il governo procede con decisione, e che lo accusa di ambiguità politica quando procede con prudenza".

il buon governo e la coerenza sono due sconosciuti ai nostri leader.
a tutti i nostri leader.

sono profondamente deluso.

martedì 18 marzo 2003

Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che comanna;
che se scanna e che s'ammazza
a vantaggio de la razza...
o a vantaggio d'una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.

TRILUSSA

da Micromega (grazie a noblogo)



lunedì 17 marzo 2003


FOCUS.Ambiente
Acqua, è crisi

Al ritmo attuale, oltre la metà della popolazione mondiale non avrà accesso all'acqua potabile entro i prossimi venti anni. Ma già oggi il 30 per cento di essa vive in condizioni di scarsità idrica. Dati allarmanti, che fanno pensare a quella profezia secondo la quale, nel terzo millennio, le guerre si combatteranno per l’acqua, e non per il petrolio.

da boiler.it

sabato 15 marzo 2003

[da mariemarion: seconda puntata, la prima era qui]


Mick s'è muà!
Finarmente dopo anni, ciorni financo ore de lunca attesa manno fatto ir servizzio fotograffico! Di cui eccomi quà, bello, legante, ffascinante come ngrante personaccio de nobile lignaccio qual fui, sono e diventai. Alla Matre iò chiesto ncolore deguato per questa mia presentazzione ufficiale e lei m'à chiesto: che vòi, un stateBlù oppuramente un royalBlu'? La domanta m'è sembrata ozziosa e financo rettorica, datosi che ammé, urtimo rampollo della roial casa ngrese che ce stai pure a penzà? E così adeguati i font e i colours al mio nobbile rango me posso ncomincià a presentà.
Mick sarebbe un nome che m'hanno dato sta' gente de povero e financo bassissimo lignaccio, loro, i sventurati che la MalaSorte si l'incontra scappa lei pe disperazzione! Egli so' ir mi' Patre e la mi' Matre, brave perzone nc'è cheddire, Tanto nobbili de còre quanto poveri de tasche. Mi trovai per sventura nella loro casa na mattina nfame de ghieci anni fa, nel 1993, quando che aprirono l'ovo de Pascua Kinder, quello grosso che nci'anno mai i sòrdi pe comprallo, ogni anno na traggedia.
Invero i miei patron americani, Mr Hanna & Babbera, avevano nopinatamente venduto alla signora Ferrero i diritti pe sfruttà la mia immaggine (co due gi come scrive quello) ma SOLO per quell'anno lì. Nvece, signori della Giuria, da qui non manno più mannato via!
Nc'è stato verzo da tornà alla Merica. Egli co mille promesse e farse lusinghe dice che se so' ffezionati e ogni giorno nventavano na cusa nova pe nfamme partì. Na vorta m'hanno promesso financo ir cavallo! N'era ncavallo, ma na zebra de pelusce che ncamminava manco si ie sparavi! ...continua... (questa dice che è stanca, ncapisco, ha dommito tutta la sera sgrunt!)


mercoledì 12 marzo 2003

e se domani Bush decide che è negli interessi degli U.S.A. radere al suolo l'Italia? Ci vai tu all'ONU a mettere il tuo inutile veto?
pensato da Gaspar Torriero

martedì 11 marzo 2003

EPILESSIE LUDICHE
La sovraesposizione ai pixel diventa sindrome clinica



Il videogioco sta diversificando le sue funzioni inseguendo derive narrative e polimediali inedite.
Dal suo ruolo classico di passatempo per adolescenti esso diventa ipermedia per bibliofili o arma estetica per media jammers in lotta contro le tendenze consumistiche e globalizzanti della cultura contemporanea.
L'abbassamento dell'età media dei bambini a cui le ricerche neurofisiologiche attribuiscono la causa dei rischi alla sovraesposione al computer è contraddetto da nuove forme di manufatti culturali dove il linguaggio del videogioco si ibrida con quello dell'ipermedia.
I flash convulsivi da videodipendenza potrebbero diventare dunque minacce catodiche non solo per una generazione scandita dai Pokemon e dalle loro molteplici mutazioni, ma anche gioco intellettuale per adulti che ambiscono ad un ritorno ad un'età del disimpegno e dell'innocenza.

da qui

lunedì 10 marzo 2003

[Ottomarzo, grande pezzo di Pupa]
L'8 marzo è anche questo
Stasera esco con due amiche mie ada e ida. Me lo ha detto mio marito di andare a festeggiare con loro. E’ l’otto marzo, m’ha detto. Vai a festeggiare. Tanto oggi è la festa della donna. D’altro canto me la merito pure io una serata in compagnia senza piatti da lavare, la cena da preparare, i figli da guardare, i calzini da rammendare, anche perché lui l’altra settimana è andato alla festa della pensione del collega suo e anche alla riunione con quelli del dopo-lavoro. Però se proprio devo essere sincera un po’ mi dispiace di uscire questa sera. Non per mio marito che rimane solo. Ma perché non mi posso guardare chi vince a sanremo. Io spero che vince bobby solo e little tony. Ma mio marito preferisce anna oxa, anche se ha detto che s’è tirata un po’ troppo la faccia e ha sbagliato dentista. Però se con le amiche mie riusciamo a trovare un ristorante dove c’è il televisore che non trasmette la partita, allora sì che sarà veramente un bell’otto marzo. Ada dice che ha prenotato al ristornate (La gardenia) del cugino di un collega della sorella. Dice che si mangia bene e che non si spende troppo. Stasera faranno il Menù della donna (perché oggi è la festa della donna) e ti danno un antipasto di mare, due primi uno di pesce e uno no, il secondo e la mimosa, che è una torta, a 25 euro. Io non lo so se riesco a mangiare tutto. Ma farò uno sforzo che a me di sprecare il mangiare non mi piace. Mio marito mi dà giusti giusti 25 euro. Ma io, in questa settimana, ho fatto la cresta sulla spesa e così stasera mi porto 45 euro, così con ada e ida possiamo anche andare al centro anziani che c’è la festa, però non devo fare tanto tardi che domani andiamo a pranzo a ladispoli da mio cognato e mio marito s’arrabbia se rientro tardi. Stamattina mi sono fatta la tinta, quella dell’oreal, e stasera mi metto il taglièr quello verde pisello con la mimosa sul taschino che me l’ha portata mio marito che l’ha presa al semaforo dove c’è il marocchino che gli dà sempre Leggo, il giornale gratis. Lui ogni anno mi regala la mimosa il giorno della festa della donna. Gli altri giorni no, perché dice che non vuole buttare i soldi per i fiori che poi il giorno dopo già sono morti. Noi compriamo i fiori solo quando andiamo al cimitero che a lui quelli che li rubano non gli piacciono. Stasera sono molto contenta di uscire con le amiche mie. Anche perché non usciamo mai la sera. Forse l’ultima volta è stata per la festa del 29 giugno quando fanno i fuochi alla basilica di san paolo e ci sono pure le bancarelle e la maga che fa le carte e me le faccio fare, anche quelle con la cresta sulla spesa, che mio marito non vuole che credo a queste cose e s’arrabbia. Lui legge sempre l’oroscopo sul messaggero, però poi richiude il giornale e dice che sono tutte fregature. Io stasera spero di divertirmi. Già mi vedo ida che viene sotto casa con la Y10 del marito e ce ne andiamo a spasso a prendere ada. Oggi non ho neanche pranzato. Così stasera mangio tutto quello che pago. E non lascio niente nel piatto. Però prima, guardardo casa vianello, ho magiato un vitasnella che se se ne accorge mia figlia mi uccide. Lei fa la dieta. Quella a punti. Gliel’ha data la dietologa della Usl. Ora mi vado a preparare che sono già le sei e alle otto e mezza passa ida. Quest’anno sono proprio felice a uscire con le amiche mie. Tanto mio marito sta tranquillo perchè su stream danno il derby!

sabato 8 marzo 2003

[da: mariemarion]
Mick...c'est moi!

noooooo quello a destra peccarità! quello è mpoveretto che faceva la comparza a Ollivud quando che io ero ir prim'attore. Mo' l'ò messo affà ir portapacchi, ir facchino nsomma.
No signiori, Mick IO so' quello a sinistra di voi che state a guardà! Aspetta che me presento:
Mick, ovvero ser Maicol Tudor Windsor of Two Roses, Prince de Galles, Duke ov York, Cavagliere della Tavola Rotonta,Conte de Montecristo, Barone de Munchausen, Conte ov Florence. Principe della Chiesa, Principe de Macchiavelli ....aspetta che nme ricordo ché i piteti nobbiliari cell'ho ncasino... nsomma metteceli tutti e aggiungi Lord Shiba come me chiama michevolmente ir signior Patre solo lui però. TU basta che me chiami MICK, so' democratico, IO!
EGLI, cioè IO, nacqui nse sa.
C'è chi dice che appartengo alla leggenda, anch'io... creto.
Quarcuno, molto di feccia humana, vorrebbe che io mi fossero trovato drentro ar cassonetto qua sotto a cercà da magnà.
N'E' VERO!
La giente sparla e mormora, lassala rode ch'è nvidiosa, come diceva ir Sommo Poeta mio parente alla lontana.
La mia storia invero comincia nel lontano nse sa, secolo più secolo meno. EGLI, Re Arthur nperzona, dice che ci'aveva le corna co ser Lanzelot e donna Ginevra. Invero EGLI ci'aveva financo lui un grande amore secreto, ovverossia mi' matre, na serva.
NO serva p'esse serva, ch'hai capito?! Na gentirdonna de corte, mo' nme ricordo se cortigiana de nome oppuramente de fatto. Na cortigiana nobirdonna nsomma.
... continua sortanto dietro richiesta dei lettori, sinnò scrivitela da te la storia mia che ntanto vado ammagnà...

giovedì 6 marzo 2003

martedì 4 marzo 2003

Anche oggi taglio e incollo, ne vale la pena.
La mia rivoluzione
Guardo la televisone. Hanno ammazzato un poliziotto. Sono le Brigate Rosse, ancora loro. Vivono in un mondo distante, altro, altra realtà. La Rivoluzione Comunista andate predicando e intanto ammazzate la gente come cani. Non sapete nemmeno dove sta di casa il mondo che vorreste. Sono disgustato, le immagini indugiano sul dolore di un padre, urla, si dimena. No, spengo. Mi chiedo che uomini siate e quale sia la vosta rivoluzione. Mi fate schifo.
Suona il telefono, sei tu. Ti hanno licenziata. Questo lavoro che hai trovato con fatica, questo lavoro che hai voluto con forza, questo lavoro che era il tuo lavoro. Ora non lo è più. Le madri hanno pianto con i figli. Le tue colleghe hanno pianto con te e in due hanno dato le dimissioni. Una di loro, adesso, è letteralmente in mezzo ad una strada. Pur sapendo a cosa andava incontro si è licenziata, perchè non sopportava l'ingiustizia da te subita. Perchè spera, così dice, che possa esistere un mondo migliore di questo.
Io credo che se vi sono persone così, un mondo migliore, già esiste. Ed è da qui, che parte la mia rivoluzione.

l'uomo nel quadro

domenica 2 marzo 2003

Essere riconoscibile come appartenente ad un gruppo, una tifoseria, un partito politico o quant’altro, è una cosa che, spesso, noi stessi vogliamo ma che succede quando non lo vogliamo, quando non sentiamo l’appartenenza o, comunque, rifiutiamo l’etichettatura? Basta chiederlo ad un ebreo o a un negro, ma anche a un pacifista o a un immigrato possibilmente albanese ma anche a un giovane o a un vecchio, o anche semplicemente a un uomo o a una donna.

Il nostro procedere per schemi ci semplifica le cose ma ci fa spesso dimenticare che oltre lo schema stesso c’è qualcuno in carne e ossa, che suda, mangia, sogna, russa e caca come noi. Qualcuno che merita forse un po’ più della nostra sufficienza, verso il quale dovremmo avere rispetto per la sua dignità e il suo “essere”, spesso, diverso dal nostro.

[da l'Agorà]



sabato 1 marzo 2003

In the jungle, the mighty jungle...
"Una volta, tanto tempo fa, nel cervello di un uomo di nome Solomon Linda avvenne un piccolo miracolo. Quando accadde era il 1939 e lui era in piedi davanti a un microfono nell'unica sala d'incisione dell'Africa Nera. Non aveva composto la melodia, né l'aveva scritta da qualche parte: niente di tutto questo. Si limitò ad aprire la bocca, e ne fuoriuscì un'ammaliante sequenza di quindici note, che si riversò attraverso i cavi elettrici e raggiunse una punta tremolante che incideva solchi sottili in un blocco rotante di cera vergine".

(Il leone, di Rian Malan)

La canzone era The lion sleeps tonight, uno dei più grandi successi pop di tutti i tempi, portata alle stelle da un'assortita sfilza di nomi celebri: dai Tokens ai R.e.m., da Brian Eno ad oscure bande di paese sparse in ogni angolo del globo. Diritti d'autore per milioni e milioni di dollari di cui lo zulu Solomon Linda non vide un centesimo: 'la melodia più famosa che sia venuta fuori dall'Africa', come la definisce Malan, ha racchiuso nei suoi coretti quasi surf una vicenda umana singolarissima e insieme paradigmatica dei destini di quell'area del mondo e di questa area del mondo: piccole truffe, grandi omertà, battaglie legali e persino picchiatori armati nel cuore della notte, soprusi e inganni di ogni genere.

[il manifesto, 23 febb. 2003]