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(grazie a Melba)
...da un'idea di Prikedelik, era il 2002
Dove sei Dio?
L'ho visto aggirarsi come un cane bastonato in fondo alla centoventimiliardesima stella abbandonata dell'ultima galassia alla fine all'universo.
Parlava tra sé e sé scotendo violentemente il capo.
M'è sembrato come impazzito.
Ho potuto capire poco di quel che diceva.
Mi pare: me vergogno, diceva, me vergogno d'avè creato l'uomo.
Mi sono allontanata con passo felpato per non farlo vergognare ancora di più.
Poveraccio, m'ha fatto pena.
[copiato da qui]
e se domani Bush decide che è negli interessi degli U.S.A. radere al suolo l'Italia? Ci vai tu all'ONU a mettere il tuo inutile veto?
pensato da Gaspar Torriero
L'8 marzo è anche questo
Stasera esco con due amiche mie ada e ida. Me lo ha detto mio marito di andare a festeggiare con loro. E’ l’otto marzo, m’ha detto. Vai a festeggiare. Tanto oggi è la festa della donna. D’altro canto me la merito pure io una serata in compagnia senza piatti da lavare, la cena da preparare, i figli da guardare, i calzini da rammendare, anche perché lui l’altra settimana è andato alla festa della pensione del collega suo e anche alla riunione con quelli del dopo-lavoro. Però se proprio devo essere sincera un po’ mi dispiace di uscire questa sera. Non per mio marito che rimane solo. Ma perché non mi posso guardare chi vince a sanremo. Io spero che vince bobby solo e little tony. Ma mio marito preferisce anna oxa, anche se ha detto che s’è tirata un po’ troppo la faccia e ha sbagliato dentista. Però se con le amiche mie riusciamo a trovare un ristorante dove c’è il televisore che non trasmette la partita, allora sì che sarà veramente un bell’otto marzo. Ada dice che ha prenotato al ristornate (La gardenia) del cugino di un collega della sorella. Dice che si mangia bene e che non si spende troppo. Stasera faranno il Menù della donna (perché oggi è la festa della donna) e ti danno un antipasto di mare, due primi uno di pesce e uno no, il secondo e la mimosa, che è una torta, a 25 euro. Io non lo so se riesco a mangiare tutto. Ma farò uno sforzo che a me di sprecare il mangiare non mi piace. Mio marito mi dà giusti giusti 25 euro. Ma io, in questa settimana, ho fatto la cresta sulla spesa e così stasera mi porto 45 euro, così con ada e ida possiamo anche andare al centro anziani che c’è la festa, però non devo fare tanto tardi che domani andiamo a pranzo a ladispoli da mio cognato e mio marito s’arrabbia se rientro tardi. Stamattina mi sono fatta la tinta, quella dell’oreal, e stasera mi metto il taglièr quello verde pisello con la mimosa sul taschino che me l’ha portata mio marito che l’ha presa al semaforo dove c’è il marocchino che gli dà sempre Leggo, il giornale gratis. Lui ogni anno mi regala la mimosa il giorno della festa della donna. Gli altri giorni no, perché dice che non vuole buttare i soldi per i fiori che poi il giorno dopo già sono morti. Noi compriamo i fiori solo quando andiamo al cimitero che a lui quelli che li rubano non gli piacciono. Stasera sono molto contenta di uscire con le amiche mie. Anche perché non usciamo mai la sera. Forse l’ultima volta è stata per la festa del 29 giugno quando fanno i fuochi alla basilica di san paolo e ci sono pure le bancarelle e la maga che fa le carte e me le faccio fare, anche quelle con la cresta sulla spesa, che mio marito non vuole che credo a queste cose e s’arrabbia. Lui legge sempre l’oroscopo sul messaggero, però poi richiude il giornale e dice che sono tutte fregature. Io stasera spero di divertirmi. Già mi vedo ida che viene sotto casa con la Y10 del marito e ce ne andiamo a spasso a prendere ada. Oggi non ho neanche pranzato. Così stasera mangio tutto quello che pago. E non lascio niente nel piatto. Però prima, guardardo casa vianello, ho magiato un vitasnella che se se ne accorge mia figlia mi uccide. Lei fa la dieta. Quella a punti. Gliel’ha data la dietologa della Usl. Ora mi vado a preparare che sono già le sei e alle otto e mezza passa ida. Quest’anno sono proprio felice a uscire con le amiche mie. Tanto mio marito sta tranquillo perchè su stream danno il derby!
Mick...c'est moi!
noooooo quello a destra peccarità! quello è mpoveretto che faceva la comparza a Ollivud quando che io ero ir prim'attore. Mo' l'ò messo affà ir portapacchi, ir facchino nsomma.
No signiori, Mick IO so' quello a sinistra di voi che state a guardà! Aspetta che me presento:
Mick, ovvero ser Maicol Tudor Windsor of Two Roses, Prince de Galles, Duke ov York, Cavagliere della Tavola Rotonta,Conte de Montecristo, Barone de Munchausen, Conte ov Florence. Principe della Chiesa, Principe de Macchiavelli ....aspetta che nme ricordo ché i piteti nobbiliari cell'ho ncasino... nsomma metteceli tutti e aggiungi Lord Shiba come me chiama michevolmente ir signior Patre solo lui però. TU basta che me chiami MICK, so' democratico, IO!
EGLI, cioè IO, nacqui nse sa.
C'è chi dice che appartengo alla leggenda, anch'io... creto.
Quarcuno, molto di feccia humana, vorrebbe che io mi fossero trovato drentro ar cassonetto qua sotto a cercà da magnà.
N'E' VERO!
La giente sparla e mormora, lassala rode ch'è nvidiosa, come diceva ir Sommo Poeta mio parente alla lontana.
La mia storia invero comincia nel lontano nse sa, secolo più secolo meno. EGLI, Re Arthur nperzona, dice che ci'aveva le corna co ser Lanzelot e donna Ginevra. Invero EGLI ci'aveva financo lui un grande amore secreto, ovverossia mi' matre, na serva.
NO serva p'esse serva, ch'hai capito?! Na gentirdonna de corte, mo' nme ricordo se cortigiana de nome oppuramente de fatto. Na cortigiana nobirdonna nsomma.
... continua sortanto dietro richiesta dei lettori, sinnò scrivitela da te la storia mia che ntanto vado ammagnà...
La mia rivoluzione
Guardo la televisone. Hanno ammazzato un poliziotto. Sono le Brigate Rosse, ancora loro. Vivono in un mondo distante, altro, altra realtà. La Rivoluzione Comunista andate predicando e intanto ammazzate la gente come cani. Non sapete nemmeno dove sta di casa il mondo che vorreste. Sono disgustato, le immagini indugiano sul dolore di un padre, urla, si dimena. No, spengo. Mi chiedo che uomini siate e quale sia la vosta rivoluzione. Mi fate schifo.
Suona il telefono, sei tu. Ti hanno licenziata. Questo lavoro che hai trovato con fatica, questo lavoro che hai voluto con forza, questo lavoro che era il tuo lavoro. Ora non lo è più. Le madri hanno pianto con i figli. Le tue colleghe hanno pianto con te e in due hanno dato le dimissioni. Una di loro, adesso, è letteralmente in mezzo ad una strada. Pur sapendo a cosa andava incontro si è licenziata, perchè non sopportava l'ingiustizia da te subita. Perchè spera, così dice, che possa esistere un mondo migliore di questo.
Io credo che se vi sono persone così, un mondo migliore, già esiste. Ed è da qui, che parte la mia rivoluzione.
Essere riconoscibile come appartenente ad un gruppo, una tifoseria, un partito politico o quant’altro, è una cosa che, spesso, noi stessi vogliamo ma che succede quando non lo vogliamo, quando non sentiamo l’appartenenza o, comunque, rifiutiamo l’etichettatura? Basta chiederlo ad un ebreo o a un negro, ma anche a un pacifista o a un immigrato possibilmente albanese ma anche a un giovane o a un vecchio, o anche semplicemente a un uomo o a una donna.
Il nostro procedere per schemi ci semplifica le cose ma ci fa spesso dimenticare che oltre lo schema stesso c’è qualcuno in carne e ossa, che suda, mangia, sogna, russa e caca come noi. Qualcuno che merita forse un po’ più della nostra sufficienza, verso il quale dovremmo avere rispetto per la sua dignità e il suo “essere”, spesso, diverso dal nostro.
[da l'Agorà]
"Una volta, tanto tempo fa, nel cervello di un uomo di nome Solomon Linda avvenne un piccolo miracolo. Quando accadde era il 1939 e lui era in piedi davanti a un microfono nell'unica sala d'incisione dell'Africa Nera. Non aveva composto la melodia, né l'aveva scritta da qualche parte: niente di tutto questo. Si limitò ad aprire la bocca, e ne fuoriuscì un'ammaliante sequenza di quindici note, che si riversò attraverso i cavi elettrici e raggiunse una punta tremolante che incideva solchi sottili in un blocco rotante di cera vergine".(Il leone, di Rian Malan)
La canzone era The lion sleeps tonight, uno dei più grandi successi pop di tutti i tempi, portata alle stelle da un'assortita sfilza di nomi celebri: dai Tokens ai R.e.m., da Brian Eno ad oscure bande di paese sparse in ogni angolo del globo. Diritti d'autore per milioni e milioni di dollari di cui lo zulu Solomon Linda non vide un centesimo: 'la melodia più famosa che sia venuta fuori dall'Africa', come la definisce Malan, ha racchiuso nei suoi coretti quasi surf una vicenda umana singolarissima e insieme paradigmatica dei destini di quell'area del mondo e di questa area del mondo: piccole truffe, grandi omertà, battaglie legali e persino picchiatori armati nel cuore della notte, soprusi e inganni di ogni genere.
[il manifesto, 23 febb. 2003]