lunedì 30 marzo 2020

"Mamma, il coronavirus è andato via oggi? Che ne dici se andiamo, uhm, in piscina?"
Ieri era la piscina, altre mattine è il mare, il parco, la scuola, la ginnastica, "a fare un giretto piccolo". All'inizio lo chiamava "il virus della corona". Quando lo sente nominare in televisione mi chiede sempre perché ne stanno parlando. Vuole capire cosa sta accadendo. Ha sviluppato spontaneamente una sua forma di preghiera animista: "Caro coronavirus, puoi andare via e fare guarire tutte le persone? Mi ha ascoltato mamma, adesso vedi che va via".

Come tutti, Viola è andata a scuola l'ultima volta il 21 febbraio, cinque settimane fa. Il giorno prima hanno fatto la festina in maschera, quel giorno la maestra mi ha chiesto de rivolessi i libri che avevo prestato alla classe. "Ma no, tanto mercoledì ritornate a usarli". Per fortuna non ce ne mancano.
Nei giorni dopo siamo uscite poco. Una lezione di ginnastica e una in piscina, con i pochi bimbi presenti concentrati e felici di qualcosa che ricordasse la solita routine settimanale, un paio di volte ai giardini, a prendere il gelato. Il sabato abbiamo visto per l'ultima volta il parco e la sua migliore amica. Poi, come molti, abbiamo chiuso col mondo.

In queste tre settimane in casa ha avuto dei crolli. Una volta è scoppiata a piangere chiedendomi "almeno una passeggiata". Un pomeriggio ha voluto tornare nel marsupio per la prima volta da mesi e ci è rimasta due ore.
Pian piano ha accettato che la realtà si sia ristretta ai muri intorno a noi. Con il giardinetto e i nonni vicini, resta comunque tanto più fortunata di tanti. Le ho promesso che faremo un picnic appena farà più caldo, si è messa a saltare: "È un'idea FANTASTICA!". Ci vuole poco a farla contenta. Sabato abbiamo ordinato per la prima volta le pizze nella pizzeria dove andiamo di solito, che ha giusto riaperto per le consegne a domicilio per il weekend. "Andiamo a cena fuori? "No, è la cena che viene da noi!" "Oh, sono COSÌ felice!".

Ogni mattina vuole che la vesta elegante. "Mamma, fammi scegliere il vestito di oggi". È poco concentrata, il tempo di chiedermi di fare un'attività, prepararci a farla, ed è già oltre. Gioca, ride e ci fa ridere tanto, guarda cartoni, balla, non sta mai zitta. Ogni tanto, di colpo, guarda il soffitto o un punto lontano, mi ignora. "Che succede?" "Sto pensando". A cosa non è sempre dato sapere.

È comunque nervosa quanto noi, aggressiva, sfidante e alla ricerca del nostro punto di rottura. Ha il radar puntato su di noi e il nostro umore più che mai. Se non mi trova dove crede che sia (un'altra stanza, di fianco a lei nel buio) scoppia a piangere e mi chiama. Mi tocca nella notte: "Mamma, sei tu?" E chi dovrei essere?, le dico, e si rilassa. Se mi siedo mi si sdraia addosso, "Stiamo sempre insieme, vero?". E finché non le dico di sì non mi dà tregua. Se usciamo per andare a fare la spesa si piazza davanti alla porta e si abbarbica: "Dove vai, non devi andare, è pericoloso, c'è il virus. Dammi un bacio, un abbraccio, mi mancherai. Metti la mascherina".

Ne ha voluta una anche lei da indossare ogni tanto anche se non esce. Si affaccia dal balcone e si sbraccia con tutti quelli che passano, fa amicizia: "Ciaaao! Come stai? Io benissimo, grazie. Dove vai? Che bel cane!". Se vede dei bambini camminare (come i due che seguivano con il trolley il padre fino all'auto, evidentemente per il weekend) li guarda perplessa. Ieri sono passati anche un papà con una bimba entrambi in tuta, correvano su e giù per la via. La nostra via è deserta e lunga esattamente 200 metri, noi siamo esattamente a metà. Ma non so se avrò il coraggio di fare lo stesso.

Anche al telefono a tutti dice che sta benissimo, ma la sua espressione di pura nostalgia quando guarda a ripetizione i video dei suoi compagni mi stringe il cuore. "Poi facciamo una festa e invitiamo tutti, vero?". Le dico di sì, e come lei anche io non vedo l'ora che si possa fare. Stamattina a letto mi ha raccontato di essere sulla spiaggia, con i piedi sulla sabbia calda e poi nell'acqua. "Ti prometto che appena potremo andremo". "Ma mamma, stiamo facendo finta! Senti... è andato via oggi? Perché non ancora?"

Virginia Michetti

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