nella comunicazione la vera tirannia del mezzo sul contenuto si esercita non tanto sulla forma di questo contenuto, quanto sulla sua stessa esistenza, perché il mezzo non solo fornisce la materia fisica in cui il pensiero si incarna e si fa elemento di scambio, ma crea l’ambiente di coltura in cui questo può attecchire, il che detto in parole povere significa per esempio che grazie al blog in questo momento non solo sto scrivendo, ma sto prima di tutto pensando le cose che sto scrivendo, cose che non potrei mai dire, perché non potrei mai pensarle, al telefono, su facebook o di persona, anzi, di persona meno che mai, ché proprio su questo riflettevo l’altro giorno, quando mi sono resa definitivamente conto che non sono adatta alla vita reale, ma solo a quella differita, che dovrebbe funzionare pressappoco così, che per esempio succede un fatto, e per una mia reazione ci si aggiorna dopo un paio di settimane, oppure uno mi chiede una cosa, e io gli rispondo dopo tre giorni, e magari nel frattempo mi metto a scrivere sul blog e la risposta d’incanto prende corpo, ed è questo per esempio un buon motivo per cui, gira e rigira, sempre qui torno, per darmi l’opportunità di produrre pensieri o risposte che in nessun altro modo potrebbero nascere.
HangingRock
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