Dissonanza cognitiva, diceva il professore di marketing. Pare che la cosa funzioni così: posti di fronte a una scelta dicotomica, del tipo lo compro/non lo compro, mi votto/non mi votto, la sposo/non la sposo, i pro e i contro delle due opzioni si mettono a giocare a tiro alla fune. Quando già i sostenitori della scelta stanno rocioliando a culo a terra e la vittoria degli oppositori sembra oramai scontata, il tiratore più sfigato, quello su cui nessuno avrebbe puntato manco cinquanta lire, si sceta all’improvviso e con un colpo di reni ribalta l’esito della partita. E così te ne torni a casa con un paio di stivali, un colletto sporco di rossetto, una mugliera, e però, invece di essere felice, ti senti triste, sconfitto e se potessi tornare indietro. E allora che fai? Metti in punizione l’oggetto della conquista, in un range di sfumature cromatiche che va dal nero odio al bianco noncuranza, finché senti di avergli fatto espiare abbastanza la colpa di averti sedotto. E questa punizione può pure durare per sempre.
postato da HangingRock
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