il carrello
fatto sta che ai brevi rostri avevo messo
museruole così che non pungessero parole
ed avevo in mente di regalarmi un carrello
del supermercato, dipinto e accarezzato
sogno da bambino di scivolare giù
per le vie che dal sagrato scendono fino
a casa tua.
Avrei voluto redini come al cavallo
che controllassero sull'inclinazione
ma solo una coulisse del pantalone
stringevo tra le mani e niente freni.
Erano tempi lunghi quelli dell'infanzia
sere in strada sulla bici e ghiaia
sbucciature
erano i tempi ciclici degli stoici
nessun giorno del Giudizio, nessuna fine
era quello il mio Eden ed il peccato
non mi raggiunse, evitai le mele
pur rubandole dagli orti dopo scuola.
Del mio carrello non ruote né redini
ma lo scheletro di metallo
abbracciato all'edera.
di Ghawar Lach Mbeb Smith
posted by mario
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