Lei sapeva come sgranare gli occhi e ridere di gusto per farsi dire che aveva un aspetto solare. Era il complimento che preferiva. L'antidoto della sua infelicità.
Non era mai stata molto felice. Combatteva ogni giorno contro una seconda natura, incapace di affetti veri e duraturi. Forse perché non poteva impedirsi di calcolare il proprio tornaconto in ogni pallido sorriso del cuore. Forse per la diffidenza cui l'avevano educata, da fronti opposti, i suoi genitori. Ma solo di rado riconosceva l'oscuro incaglio che la tormentava dall'infanzia. Luz non aveva ancora imparato a guardarsi dentro. Temeva di dover smontare il castello di finzioni sul quale si reggeva la sua identità.
Era molto sentimentale, ma non provava sentimenti. Le piaceva commuoversi e questo le bastava. Sapeva far commuovere amici e amanti, e questo le serviva. Confondeva la spontaneità con l'autenticità.
Andrea Garbarino, Luz
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