lunedì 10 maggio 2004

Leggo sui giornali l'equivalente di diversi blog, ogni mattina, tutto in metropolitana. Centinaia di righe, e infatti i miei occhi cominciano a sentire la fatica, con tutte quelle luci artificiali.
La premessa serve per dire che dopo aver letto, quindici, sedici articoli in una giornata mi resta in mente un senso di inautenticità profondo, di fredda routine professionale e di notizie che si ricalcano a vicenda. Certo, questo vale talvolta anche per i blog, anche per il mio, anche se io non faccio nient'altro che raccontare i pensieri di una giornata di lavoro e cazzeggio.
C'è in troppe di quelle pagine cartacee un rifiuto dell'idea stessa di originalità, di inchiesta vera, una proiezione di un prodotto di mercato che vuole tuttavia apparire più schietto e appassionato di quanto non sia, almeno nelle pretese. Ogni tanto ci sono solide contraddizioni a questa enunciazione. Ma accidenti quanta noia, quanta fuffa, quanta carta velina.
Leggendo non si sente un giornalista lì dietro. Forse hanno ragione quelli che all'ingresso della metro prendono i giornalini gratuiti, li leggono e poi li buttano.

[Signor Effe, secondo lei il Sig. Zambardino se ne ha a male se gli lascio questo commento nel suo blog?]

marquant (nei commenti di Herzog) alle 16:26 del 24 febbraio, 2004

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