Raggruppo tutte le mie cose sul tavolo della cucina.Materiale per il suicidio, come lo chiamo io.Quel che resta di quella sensazione bella che mi faceva suonare, scrivere, leggere all'infinito.Qualche cassetta dei Led Zeppelin, Black Sabbath,Lou Reed.Ok, divento patetico.Stop.Ritorniamo a ieri.A quando, uscito da lavoro, sentivo il vento che entrava nella macchina e mi sbatteva in faccia.La radio che si era finalmente agganciata a una frequenza buona, che sembrava che l'autoradio me l'avesse montato Dio, e io conteso tra il sole e l'asfalto di una asse mediano assolato e vuoto delle due del pomeriggio.Fluire, scorerre, rotolare, nella pece bollente dell'autostrada.La pressione che si abbassa e il piacevole stordimento che ne consegue.Resto un drogato.Mi faccio di tutto anche di caldo.Che tanto non si paga.
(hotel messico)
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