(...) Non ti preoccupare, non faccio scenate. Mi sono tranquillizzato. Oramai è passato un bel po' di tempo. «Mi piacerebbe chiacchierare tranquillamente con te». C'è poco da parlare. Tu hai commesso errori. Io il doppio dei tuoi. Tu sei andata via con i lividi in faccia e sulle braccia. Io con l'anima a pezzi. Con il terrore di aver conosciuto una parte di me che non pensavo esistesse. Hai vinto tu. C'è poco da parlare. «Vorrei sapere come stai vivendo». Come sempre, da solo. E' l'unico modo che conosco. Ma intorno mi gira tanta gente. E mi diverto ad osservarla, a scoprire tic e tabù. Così mi rilasso, così mi rivedo negli altri. Sì, certo, al matrimonio di Luca ci sarò. Ma non sognarti di venire a salutarmi. Già mi tremano le ginocchia a sentirti. Se ti vedo è peggio. Il tuo odore, la tua pelle, i tuoi occhi. Sai l'effetto che mi fanno. Vaffanculo tu, il passato e il mio fottuto egoismo. Sono stato tutta la notte a vomitare. Sono uno che somatizza.
postato da fuorimargine
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