giovedì 20 ottobre 2016

Scriveva Franco Gialdinelli un paio d'anni fa:

somiglia anche un po' a una lezione di musica, su una cosa molto particolare chiamata "Scala Pentatonica", la quale, come dice il nome stesso, ha cinque note invece delle sette della scala a tutti noi familiare, che invece si chiama diatonica, Do-Re-Mi-Fa-Sol-La-Si, insomma.
La scala pentatonica è una scala antica, si pensa che sia nata ancor prima del concetto stesso di scala, ed era allora priva di quelle due note "difficili" che nella diatonica hanno fra sé e la nota che le segue o precede un intervallo di mezzo tono, invece che intero, il Fa e il Si parlando della scala di Do che abbiamo per semplicità preso in esame. Quindi: Do-Re-Mi-Sol-La. Qualcuno si azzarda a dire che è una scala "naturale", perché chiunque è in grado non solo d'intonarla senza difficoltà, ma anche di utilizzarla per canticchiare sopra una linea di accompagnamento qualsiasi, sicuro di non sbagliare mai. Noi musicisti la utilizziamo a piene mani per improvvisare, ogni tanto buttandoci distrattamente dentro una noterella in più, una miserabile terza minore, che però ha una potenza devastante, perché si chiama "Blue Note", e definisce la celeberrima scala blues.
Qui un genio come Bobby Mc Ferrin dimostra tutta la naturale potenza della pentatonica, facendola cantare al pubblico senza nemmeno suggerirne tutte le note:

1 commento:

simone ha detto...

sempre meraviglioso. grazie per averlo ricordato!

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