La ragazza trovò nella soffitta un libro di poesie appartenuto a sua madre. Ne lesse una. Dopo poche settimane ebbe le nausee: la poesia l’aveva ingravidata. Nove mesi dopo nacque un bambino.
A scuola nessuno voleva sedersi accanto al bambino senza padre e la gente aveva paura della sua bellezza. Altri bambini lo picchiarono, lui cadde contro un albero secco e in quel momento l’albero fiorì. A quattordici anni lasciò la casa di sua madre e viaggiò per tutta la vita. Girò per ogni città e lesse i libri di ogni biblioteca senza mai riuscire a trovare suo padre. Quando tornò a casa era un uomo e sua madre era sul letto di morte, vecchia, con i capelli bianchi. Lo hai trovato?, gli chiese la donna, No, rispose, hai detto che sono stato concepito da una donna e una poesia?, Sì, come lo sono stata io, stesso padre e stesso marito, Allora nostro padre è dentro ogni uomo, noi siamo i figli di ogni paura e di ogni solitudine. La donna sorrise e in quel momento la sua vita finì. Suo figlio si avvicinò, le mise le mani sul cuore e la sua magia si ripeté. Sua madre tornò giovane, i capelli ritornarono neri e lunghi. Ritornò come era quando lo concepì, ma non si risvegliò e quando l’ultimo respiro le evaporò dal petto, l’uomo sparì, perché per tutta la vita, la donna aveva immaginato di avere un figlio facendo l’amore con una poesia.
Gianni Solla
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