domenica 6 giugno 2010

Ed è allora che il tempo si ferma di nuovo, un'immagine così abusata che più abusata non si può perché il tempo o non si ferma mai oppure è fermo da sempre, diciamo allora che il continuum del tempo rabbrividisce, o diciamo che il tempo apre le gambe e si china e mette la testa tra le gambe e mi guarda alla rovescia, solo pochi centimetri più giù del culo e mi strizza un occhio, o diciamo che la luna piena o crescente o la oscura luna calante del DF torna a scivolare sulle mattonelle del bagno delle donne al quarto piano della facoltà di Lettere e Filosofia, o diciamo che si alza un silenzio da veglia funebre nel caffè Quito e che sento soltanto il mormorio dei fantasmi della corte di Lilian Serpas e che non so, ancora una volta, se mi trovo nel '68 o nel '74 o nell'80 o se una volta per tutte mi sto avvicinando come l'ombra di una barca naufragata al lietissimo anno 2000 che non vedrò.

Amuleto, Roberto Bolaño

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