mercoledì 1 ottobre 2008
Ma poi c’è la scena del poker sul treno.
Newman e Redford sono saliti su un treno per tendere un tranello a un boss che gioca a poker in un vagone (ma che, ve lo devo raccontare?) È Newman che va a gettare l’esca. Prima però entra in una toilette e si mette a fare gargarismi col bourbon. Che fai, gli chiede Redford. Non lo vedi? Risponde lui. Ci metto un po’ d’acqua. Altrimenti non lo reggo.
Anche se so che non è vero, mi piace pensare che La Stangata sia il seguito dello Spaccone. Che il protagonista sia sempre lo stesso, solo che ora ha finalmente capito il trucco fondamentale della vita: allungare il bourbon. Nella vita non bisogna essere sbronzi. Bisogna sembrare sbronzi. Chi non lo capisce è un fallito, anche se è il miglior giocatore di stecca del mondo. Chi lo capisce non ha più nient’altro da imparare.
Quando Paul Newman arriva nel vagone del poker, col colletto aperto e scravattato, la bottiglia di bourbon in mano e l’aria da imbecille, la partita è sua.
Nello stesso modo (occhi socchiusi, aria da scemo, vestiti spiegazzati: e riflessi pronti, sangue freddo, e lo stesso freddo nel cuore) vorrei sapermi sedere anch’io un giorno al tavolo della vita.
da leonardo
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