venerdì 30 marzo 2007

Pampurio
La porta dell’appartamento si spalanca – Ciao e ciao, come stai, ti trovo bene ah che c’è qui? Non dovevi disturbarti. Non l’ho ancora assaggiato, ma il vinaio mi dice che è buono, non so. Ti piace il pinot nero? Sta fermo Pampurio. Maaax! Come sei cresciuto! Che hai lì? Cosa vuoi che abbia? Il GameBoy... Pampy lo riconosci Max? eccome se lo riconosce... guarda come scodinzola – e subito il pianerottolo si riempie di aria domestica calda e covata, piena di questo profumo di cucinato fresco, di roba al forno, una fiatata d’accoglienza, amicizia, affetto, antichi e forse puri. Il cane scodinzola frenetico, scuote il posteriore uggiola salta, scatta qua e là per poi tornare indietro, lecca la faccia del bambino – Ahhh... smettila Pampy, stai a cuccia! – la padrona lo richiama per riattizzarlo subito dopo, chiedendogli se si ricorda di Max. Pampurio pare proprio che se ne ricordi, sembra felice, nel modo irresponsabile dei cani, quando li vedi raggianti in quella maniera umile e svagata e capisci che non gliene può fregare di meno, che il suo affetto è canino, compulsivo, genetico. - Te lo ricordi Pampurio, quest’estate era un cucciolo... certo come crescono i pastori. Niente paura, non ti fa niente... puoi carezzarlo, lo vedi come scodinzola? -
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posted by tashtego

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