La mia rivoluzione
Guardo la televisone. Hanno ammazzato un poliziotto. Sono le Brigate Rosse, ancora loro. Vivono in un mondo distante, altro, altra realtà. La Rivoluzione Comunista andate predicando e intanto ammazzate la gente come cani. Non sapete nemmeno dove sta di casa il mondo che vorreste. Sono disgustato, le immagini indugiano sul dolore di un padre, urla, si dimena. No, spengo. Mi chiedo che uomini siate e quale sia la vosta rivoluzione. Mi fate schifo.
Suona il telefono, sei tu. Ti hanno licenziata. Questo lavoro che hai trovato con fatica, questo lavoro che hai voluto con forza, questo lavoro che era il tuo lavoro. Ora non lo è più. Le madri hanno pianto con i figli. Le tue colleghe hanno pianto con te e in due hanno dato le dimissioni. Una di loro, adesso, è letteralmente in mezzo ad una strada. Pur sapendo a cosa andava incontro si è licenziata, perchè non sopportava l'ingiustizia da te subita. Perchè spera, così dice, che possa esistere un mondo migliore di questo.
Io credo che se vi sono persone così, un mondo migliore, già esiste. Ed è da qui, che parte la mia rivoluzione.
martedì 4 marzo 2003
Anche oggi taglio e incollo, ne vale la pena.
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