mercoledì 8 maggio 2002


IL MAGO SILVIAN


Ho una bella favola da raccontare, tratta da una storia vera. C'era una volta il mago Silvian. Sapeva fare tante belle magie ed era molto simpatico perche' aveva una bella faccia da pirla con un bel sorrisetto rassicurante e maliziosetto. La sua specialita' era la magia del dare per avere. Andava presso il pubblico dei teatrini e chiedeva agli ignari "volontari": cosa vuoi di bello dalla vita? Vuoi un bel posto di lavoro? Oppure una bella Ferrari? Perche' non una bella villa con piscina? Facciamo anche un harem di fotomodelle tutto per te se sei uomo o l'intero gruppo dei California Dream Men se sei donna? No aspetta, se sei sentimentale e puro, posso farti la magia di un mondo buono, pulito e felice per tutta la vita. Un mondo dove il cielo e' sempre azzurro e i bambini corrono felici nei prati mentre le mamme raccolgono i fiorellini e i papa' contemplano le delizie del nuovo mondo. Gli ignari volontari, lusingati dalle prospettive, esprimevano i propri desideri e il mago Silvian, prima di effettuare la magia, chiedeva loro una piccola cosina in cambio. Un piccolo pedaggio che avrebbero dovuto pagare prima di godere dei benefici della magia. Era la magia del dare per avere, ricordate? Adesso spiego in cosa consisteva il dare. Il mago Silvian prese uno alla volta gli ignari volontari e li porto' dietro il sipario. Con il solito sorrisetto da pirla chiese all'interlocutore di turno: "Mi consenta... puo' mettersi a novanta gradi e tirare giu' i calzoni (o la gonna, a seconda dei casi)? In genere l'ignaro volontario non aveva il tempo di replicare se non per dire un sofferente: "Ahi, ahi, che male!" Qualcuno aggiungeva: "Poteva almeno usare la vasellina..." Il mago Silvian era velocissimo e precisissimo. Non sbagliava mai! Dopo pochi minuti tutti gli ignari volontari passarono per il sipario e tutti doloranti tornaro a prendere posto in platea. Meno male che le poltrone del teatrino erano dotate di morbidi cuscini, altrimenti chissa' che dolore! Bene, lo spettacolo poteva cominciare e si poteva dar corso alla seconda parte della magia, quella dell'avere. Il sipario si chiuse. Le luci si abbassarono. Una musica tambureggiante, tipica dei momenti di alta suspance, comincio' a lievitare. Era tutto pronto. La platea era carica. Ormai era questione di secondi, da un momento all'altro il sipario si sarebbe riaperto e il mago Silvian avrebbe effettuato le magie promesse. All'improvviso il sipario si apri'. Si accesero le luci e la musica cesso'. Nel palco c'era un televisore. Solo un televisore. La platea si ammutoli'. Il televisore era acceso e su campo azzurro si leggeva la scritta: "Scusate l'interruzione, il programma riprendera' il piu' presto possibile." Stupore e sorpresa furono le prime reazioni della platea attonita. I minuti passavano e non accadeva nulla. La platea si fece rumorosa. Qualcuno comincio' a sospettare il peggio. Qualcun altro comincio' ad incazzarsi. Passarono le ore e tutto rimase come prima. Niente mago Silvian. Sparito. Sul palco solo il televisore con la solita scritta. Ormai la platea si era svuotata, se ne erano andati tutti, chi deluso, chi dolorante, chi inferocito. Il mago Silvian aveva fatto la sua grande magia ma nessuno se ne era accorto. Fine della favola.
Come dicevo all'inizio questa favola e' tratta da una storia vera. Una storia arrivata solo alla fase del dare.


Maurizio Dovigi - Berlusconi Vox Populi


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